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Urban Anno 10 Numero 87 aprile 2010



Nel segno di Maarten Baas

Li EdelKoort





URBAN 87

7 EDITORIALE

9 ICON

11 INTERURBANA
al telefono con Maria Giovanna Drago

13 PORTFOLIO
Naked and happy

19 CULT
di Federico Poletti / Olivia Porta

22 NEL SEGNO DI MAARTEN BAAS
di Li Edelkoort
foto Cesare Cicardini

26 MAARTEN WORLD
di Maarten Baas

30 FUORISALONE A MODO MIO
di Maarten Baas / Maurizio Marsico
foto Giorgio Codazzi

35 LIBRI
di Marta Topis

37 ANOTHER HIPPIE
foto Cristina Capucci
styling Ivan Bontchev

47 DETAILS
di Ivan Bontchev
foto Giorgio Codazzi

48 LOLITA
foto Chiara Romagnoli
styling Delfina Pinardi

57 BODY
di Ivan Bontchev
foto Giorgio Codazzi

58 A CASA DI KEITH HARING
di Giovanna Maselli
foto Samantha Casolari

62 LA RELIGIONE DI SABINE
di Francesca Bonazzoli
foto Sabine Pigalle

64 MUSICA
di Paolo Madeddu

66 IO SONO MCGUIRE
di Ciro Cacciola

69 BIKE DESIGN
di Maurizio Marsico

73 NIGHTLIFE
di Lorenzo Tiezzi

75 FUORI

82 ULTIMA FERMATA
di Franco Bolelli
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Foto di Cesare Cicardini

Maarten Baas has continually been an instrument of his times

Quando esce una sua nuova serie di pezzi riesce sempre a sorprendere. Il suo approccio davvero irripetibile al design gli è valso il titolo di Designer of the year ad Art Basel Miami 2009 e lo rende uno strumento del suo tempo. Parola di Li EdelKoort


Con Smoke, una serie di pezzi d’arredamento carbonizzati, “andati in fumo”, penso che sia stato proprio Maarten Baas a dare origine al recente impiego del nero per gli interni. È come se avesse metabolizzato prima degli altri il drammatico cambiamento che l’11 settembre ha causato in tutto il mondo.
Nel design che ne è venuto dopo siamo stati testimoni dell’uso significativo della pietrificazione, del carbone e della cenere. Con l’insegnamento che, per progredire, a volte è necessario tagliare i ponti con il passato.
Nel 2003, la sua presentazione alla galleria Moss di New York mostrava alcuni capolavori del design del ventesimo secolo carbonizzati, dalla ZigZag di Rietveld alla sedia Favela dei fratelli Campana, passando per la libreria Carlton di Ettore Sottsass, ponendo drammaticamente fine al primo secolo di design per fare spazio al secondo. È per questo che i mobili bruciati di Baas sono importanti, perché rappresentano la fusione del passato e del presente in un solo prodotto, stimolando nuove visioni e possibilità di evoluzione per il futuro.

Mentre l’incendio ardeva e la sua febbre continuava a crescere, ha fatto un nuovo coraggioso passo, creando nuovi pezzi d’arredamento dagli scarti recuperati da fabbriche industriali di mobili. Frammenti casuali di materiale laminato venivano assemblati creando forme nuove d’ispirazione cubista in colori vivaci, sfidando il processo industriale e mettendo in discussione gli sprechi strutturali che questo comporta.
Baas ha proseguito nel definire una nuova forma estetica, allo stesso tempo arcaica e contemporanea, usando strutture in metallo lavorato a mano rivestite di argilla colorata, divertendosi come un bambino che gioca con il pongo. Godersi l’atto creativo è il motto che condivide con il suo socio, Bas den Herder, e con un team di designer e studenti che produce pezzi artigianali giorno per giorno, nel loro podere con i piedi ben piantati sul terreno argilloso del luogo. È dal suolo stesso che proviene l’ultima serie di pezzi di Clay, presentata in un assortimento di colori della terra che dona al suo design iconico un carattere ancora più arcaico.

Baas ha creato cinque ingegnosi modelli di sedia, messi insieme a partire da sedici componenti, disegnati a mano con un pennarello a punta grossa nel suo particolare stile naïf, simile a un cartone animato. Senza regole precise su come combinare i vari pezzi, gli operai della Established & Sons usano la loro intuizione creativa per assemblare sedie prodotte in serie, che sono però disponibili in infinite varianti; come se fossero i membri individuali di una grande famiglia di forme. Il suo servizio da tè per Skitsch è degno dei Flintstones; Baas fa parte di un collettivo di designer che cerca di creare forme che mettano in discussione il mondo in cui viviamo, alla ricerca delle fonti primarie dell’estetica.
Con la serie Real Time, ha fatto un altro salto in avanti, dando corpo a un nuovo modo di considerare il tempo, nel momento in cui finalmente rompiamo con il passato, in un secolo che sta chiaramente cambiando in modo vorticoso. Questa collezione di “time pieces” racchiude molti elementi, quali arte e design, digitale e artigianale, performance d’azione e produzione in serie, bellezza e funzione, low-tech e high-tech, locale e globale, e l’elenco potrebbe proseguire…
Credo che in futuro avremo nuovi modi di misurare il tempo: da tempo lento a tempo veloce a tempo libero e altri tipi di tempo e, reinventando la visione del tempo, Baas ha ripreso maniere innovative di considerare questi tempi come unità. Real Time è un progetto fondamentale che sta rapidamente diventando parte della storia del design, che abbraccia il mondo dell’arte e del cinema ed è destinato a influenzare i processi creativi su scala globale. •

Li Edelkoort, già direttrice della Design Academy di Eindhoven, è considerata una tra le più influenti trend forecaster contemporanee

(traduzione di Matilde Quaglia)