Urban Anno 12 Numero 106 maggio 2012
TRENT'ANNI CHE GLI STANNO MOLTO LARGHI,UNO STUOLO DI BRAND IN CERCA DI IDEE ALLE COSTOLE E UNA VISIONE DAVVERO SURREALE DELLO SPAZIO
Trentenne, di Londra, look sempre molto eccentrico e coloratissimo con capello biondo: questo è Gary Card, talento multi-tasking per definizione e capace di utilizzare le più diverse forme espressive che spaziano dall’illustrazione al teatro, passando per la grafica, i videogame e il design applicato anche alla moda. Dopo aver studiato alla Central Saint Martins di Londra, Gary si è fatto notare per la sua creatività surreale che ha conquistato artisti, fashion designer e fotografi. La lista delle collaborazioni è ormai lunga come un elenco telefonico in cui trovate i nomi più importanti, da Cassette Playa, Paul McCarthy, Lady Gaga, Dinos Chapman fino al mitico ShowStudio di Nick Knight. Il lavoro di Gary è tra i più ricercati da brand moda, dai negozi più cool del momento, passando per la creazione di pupazzi per videoclip ai tantissimi editoriali destinati a magazine internazionali. A Londra ha realizzato LN-CC, uno dei negozi più concettuali e futuristici del panorama britannico.
Urban ha incontrato Gary Card a Milano, durante l’installazione di un temporary store per il brand Cos, marchio di fascia alta di H&M, che in maggio inaugura un negozio proprio nella capitale meneghina, in corso Venezia 5.
COME TI DEFINISCI?
(Risatina) Abbastanza bizzarro ed estremamente colorato. Amo le tinte forti, anche se oggi non si direbbe da come sono vestito. Sicuramente il termine più adatto a descrivermi è semplicemente “eccentrico”.
QUAL È IL TUO COLORE PREFERITO?
Il viola. Sono totalmente ossessionato da questo colore ormai immancabile nel mio guardaroba.
QUALI SONO LE CITTÀ DOVE TROVARE ISPIRAZIONE?
New York è una di quelle realtà che mi offre sempre grandi stimoli, tuttavia Londra, la mia città e la mia casa, resta al primo posto come punto di riferimento. È in grado di stupirmi e ispirarmi ogni giorno.
QUAL È STATA LA SFIDA PIÙ DIFFICILE CHE HAI INTRAPRESO NELLA TUA CARRIERA?
Sicuramente la progettazione dello store londinese LN-CC, tra l’altro anche uno dei miei primi lavori da interior designer. La complessità dell’allestimento è stata proporzionale alla necessità di realizzare qualcosa di diverso da un semplice negozio, una sorta di installazione su larga scala. Da qui l’idea di creare stanze tematiche collegate tra loro da un corridoio- scultura di legno e materiale acrilico color arancio, una specie di tunnel futuristico da navicella spaziale, uno pseudo giardino interno, cumuli di espositori in legno e gabbie. Insomma, un lavoro decisamente articolato e complesso!
L'OPERA PIÙ STRANA CHE HAI REALIZZATO?
Dei cappelli in lattice oversize per la collezione P/E 2012 di Comme des Garçons durante le sfilate parigine. Rei Kawakubo mi aveva commissionato la creazione di questi “headpieces” dandomi solo tre indizi: bianco, gomma e oggetto. Per il resto avevo completa libertà creativa. Ho messo insieme, quasi “impacchettato”, oggetti di plastica a flessibili strutture di lattice che, sotto la pressione di bande elastiche, ben si prestavano a deformazioni, contorsioni, bizzarri rigonfiamenti fino a creare forme amorfe, inusuali, ma al tempo stesso divertenti.
QUALI CREATIVI TI HANNO INFLUENZATO MAGGIORMENTE?
Un artista che mi entusiasma da sempre è Gottfried Helnwein, ma trovo grande ispirazione anche nei lavori di Jeff Koons, Louise Bourgeois, Paul McCarthy, Gareth Pugh.
QUAL È IL CONCEPT ALLA BASE DELL'INSTALLAZIONE PENSATA PER COS?
Il concept di partenza è una forma geometrica solida e regolare, quella del cubo, destinata, però, a non restare fine a se stessa perché viene scissa nelle sue simmetrie, scomposta in reparti a sé stanti. Da una forma chiusa si passa a una composizione aperta, visitabile al suo interno, che racchiude al tempo stesso capi e accessori della collezione esposti sfruttando estensioni, cavità, piccole nicchie ricavate dall’installazione stessa.
MILANO: COME LA VEDI?
Difficile dirlo. Sono stato a Milano quattro giorni, non ho visto molto perché ho trascorso la maggior parte del tempo a lavorare. È una città dall’anima prettamente industriale: sicuramente suscita sensazioni molto diverse da quelle che ho provato a Roma o Firenze, molto più romantiche.
CHE ASPETTI AMI DEL TUO LAVORO?
È dinamico. Fluido. Camaleontico. È un lavoro che mi permette di sperimentare nuovi territori artistici interpretando ruoli di volta in volta diversi. Sono un set designer, ma anche un illustratore, un costumista, un interior designer, un comic artist. Amo il mio lavoro perché, nella sua soggettiva libertà creativa, mi offre l’opportunità di realizzare prodotti commerciali e allo stesso tempo creare opere artistiche, lavori inconsueti, fuori dagli schemi della convenzionalità, ispirati, probabilmente, anche dal mio background scolastico. Nel 2002 mi sono laureato in Theatre Design alla Central Saint Martins ed è un percorso che molto spesso riaffiora, soprattutto per quanto riguarda il ricorso a elementi surreali, fantastici, teatrali che non ci aspetteremmo di trovare in un ‘racconto di moda’.
PARLAMI DEL TUO BLOG.
Ho lanciato il mio blog, garycardiology.blogspot.com, nel 2009. L’intento iniziale era, ed è, quello di creare una sorta di album online delle immagini dei miei lavori, destinate a essere condivise con il mondo della rete. Un racconto visivo che parla del mio mondo creativo, dei miei progetti, alcuni dei quali non sono mai stati concretamente realizzati, ma vivono solo come schizzi su carta.
OLIMPIADI DI LONDRA, QUASI CI SIAMO. HAI QUALCHE TUA INSTALLAZIONE PER I GIOCHI?
No, ma quattro anni fa mi è stato chiesto se fossi interessato a lavorare come designer della cerimonia inaugurale. Se avessi risposto di sì, non avrei potuto accettare nessun altro lavoro in contemporanea, per oltre due anni.
Ho lasciato perdere!
ALTRE IDEE PER IL FUTURO?
Tantissime, forse troppe! Tra i progetti imminenti, un libro con le mie illustrazioni. •