L'edicola digitale delle riviste italiane di arte e cultura contemporanea

::   stampa  

Inside Art Anno 6 Numero 52 marzo 2009



Il bello delle donne

Silvia Moretti

Intervista a Dolce & Gabbana che hanno lanciato la linea make-up con una mostra sui fotografi di Vogue.
Gli stilisti: «La moda è un lavoro artistico ma non è arte»



The Living Art Magazine


LIVING ART

Notizie
World press photo, scatti dal mondo di Giorgia Bernoni

Visto da
Futurismo romano di Ornella Mazzola

In cartellone
Expo mondo di Silvia Bonaventura
Expo Italia di Martina Altieri

Copertina
Il bello delle donne, intervista con Dolce & Gabbana di Silvia Moretti
La rivincita dell’arte a parte, parlano Trasforini, Furlanetto e Bonora
di Giulia Cavallaro

Primo piano
Aldo Runfola: l’inizio, la fine e la salvezza di Alessio De Grano

Eventi & mostre
Cy Twombly, le carezze del colore di Nicholas Serota
Anthony Mc Call, luce scolpita ad arte di Silvia Moretti

Musei & gallerie
Zkm Karlsruhe, sperimentazione interattiva di Elena Mandolini
Palazzo Valle, contemporanei fasti barocchi di Anita Tania Giuga
Napolinobilissima, memorie contemporanee di Fabrizia Palomba
Ex elettrofonica, l’uovo di Beatrice di Nadine Solano

Indirizzi d’arte
Le esposizioni in Italia di Maria Luisa Prete

Vernissage
Le inaugurazioni in Italia di Annarita Guidi

Foto & video
La guerra di Capa e Taro di Alessandra Vitale
Gli scatti da non perdere di Giorgia Bernoni
Harry Peccinotti, erotismo vintage di Anna Carone
Catherine Sullivan, indagine sulla civiltà di Claudia Quintieri

Talenti emergenti
Alberto Tadiello, l’inafferrabilità del suono di Maria Luisa Prete

Speciale Inside party, un colorato menù per l’arte romana di G. Bernoni e S. Cosimi

Mercato & mercanti
Talenti alla Vernice art fair di Marilisa Rizzitelli
Aste, dipinti sottostimati di Elida Sergi

Formazione & lavoro
La seconda luna, bruciare di passione di Laura Andrenacci
Macerata, lezioni di eclettismo di Mattia Marzo

MATERIAL ART

Architettura
Ecopolis, sguardi sulla città sostenibile di Massimo Canorro
Carlo Cane, prospettive contemporanee di Maria Grazia Sorce

Metropolis
Etablì, il fascino provenzale a Roma di Alessio De Grano

Design & designer
Luca Nichetto, se creare è un teorema di Simone Cosimi
Antonio Berardi, l’erede di Galliano di Giulio Spacca
Esercizi di stile di Chiara Perazzoli

ABOUT ART

Letture & fumetti
Bilbolbul, schizzi dalla nuova età dell’oro di Simone Cosimi
Fiera del libro per ragazzi, immagini colorate d’azzurro di G. Cavallaro
Wangechi Mutu, un corpo mutante e ambiguo di Giorgia Bernoni
Filippo Timi, le parole imperfette di Annarita Guidi

Musica & visioni
Giuseppe Piccioni, sulla soglia della vita di Annarita Guidi
Alessandro Gassman, la parola ai giurati di Elena Mandolini
La rabbia dei Ministri di Claudio Lazzaro

L’opera benedetta
Italiani, geni del design di Benedetta Geronzi
ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

Quattro cavalieri in cerca d’autore
Maurizio Zuccari
n. 92 dicembre 2012

Lunga vita alle pin up
Serena Savelli
n. 90 ottobre 2012

La modernità come distacco
Félix Duque
n. 89 settembre 2012

L'estate che verrà
Maria Luisa Prete
n. 88 luglio-agosto 2012

Cultura:un manifesto per ripartire
Maurizio Zuccari
n. 85 aprile 2012

Mastromatteo. Il paesaggio in superficie
Maria Luisa Prete
n. 83 febbraio 2012



La bellezza è stata nel tempo idealizzata, canonizzata, fraintesa, demonizzata, condannata. Ci siamo chiesti che valore abbia oggi, quando sembra dominare un mondo sempre meno “bello” ma anche paradossalmente sempre più spaventato dagli inestetismi, un mondo ancora maschile ma con una fortissima connotazione femminina in tanti settori e ambienti. Come quelli dell’arte e della moda. E allora chi meglio di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, reduci dalle sfilate alla settimana milanese della moda e protagonisti della mostra fotografica “Extreme beauty in Vogue” a Milano, e di accuse di una forma di misoginia spinta un paio di anni fa per via di una campagna pubblicitaria che molti ricorderanno, potrebbero illuminarci sulle contraddizioni moderne dell’apparire e sull’evoluzione del concetto di bello declinato al femminile, ma non solo? Per capire gusti e tendenze dei nostri giorni sulla passerella e in galleria. La mostra che ha inaugurato il 4 marzo a palazzo della Ragione, unisce l’idea di arte a quella di moda.

Questi sono ancora due sostantivi femminili? E come si è evoluto nel tempo questo rapporto riguardo alla sessualità?
«Per noi la moda non è arte, possiamo certo definirla un lavoro artistico ma non è arte. Non parleremmo di contrasto tra una parte e l’altra, piuttosto nel tempo sia nel primo campo che nel secondo si sta cercando sicuramente un equilibrio tra la parte maschile e quella femminile».

Ma quale relazione esiste oggi tra arte e moda e quali vantaggi possono venire all’una e all’altra da una collaborazione?
«Probabilmente i vantaggi sono soprattutto due: la possibilità di esprimere la creatività a trecentossessanta gradi e il fatto molto positivo che esercitano la propria influenza l’una sull’altra».

Oggi si ha l’impressione che la bellezza da sola non basti più, nella moda come nell’arte, nella tv e nella pubblicità, anzi questa è sempre più spesso associata alla provocazione. Quando è iniziato questo processo?
«Più o meno è coinciso con l’inizio del nuovo millennio ed è causato principalmente dalla ricerca di una bellezza che non è vera, che non è reale. Ecco da dove proviene il disagio e il bisogno di ricorrere alla chirurgia estetica e ai ritocchi al computer delle immagini», dice Stefano. E Domenico gli fa eco: «Poi bisogna anche distinguere tra ciò che è una provocazione e ciò che invece è solo volgarità. Ecco, in giro si vede molta più volgarità che provocazione».

Che idea di bellezza cercate di diffondere con la vostra attività e il vostro stile?
«Una bellezza di tipo mediterraneo per quanto riguarda i colori, ma che significa anche star bene con se stessi e con il proprio corpo. L’ideale della bellezza tende sicuramente alla perfezione, altrimenti non sarebbe un ideale, ma per noi la ricerca della bellezza non è solo questo, è anche la ricerca della bellezza nell’imperfezione».

Perché abbinare al lancio della vostra prima linea di make-up una mostra fotografica, che impatto pensate possa avere sul pubblico una campagna di questo genere e quanta influenza ha l’arte sulla massa?
«Questa mostra, come la nostra moda e di riflesso la nostra linea di make-up, celebrano la bellezza.
Volevamo fare un regalo alla città di Milano che ci ha dato tanto e che ha visto Dolce & Gabbana nascere e diventare la realtà che è oggi. La moda è considerata spesso come un mondo elitario e per pochi, con questa mostra abbiamo voluto aprire le sue porte al pubblico e soprattutto ai giovani, cercando di parlare il loro linguaggio e proponendo una selezione di immagini che possa suscitare emozioni e riflessioni su come il concetto di bellezza sia cambiato ed evoluto nel tempo».

Quali fotografi preferite tra quelli in mostra?
«Come si fa a scegliere un capolavoro tra capolavori? Le immagini in mostra sono il meglio di quanto pubblicato negli ultimi 75 anni su Vogue, la rivista considerata all’unanimità come la Bibbia della moda dai maestri della fotografia mondiale».