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Inside Art Anno 8 Numero 78 luglio-agosto 2011



Acqua & Arte

A.A.V.V.



The Living Art Magazine


SOMMARIO N. 78

Notizie
Sentire l’arte: al Maxxi si può di Camilla Mozzetti

Visto da
“Live!”, l’arte a suon di rock di Ornella Mazzola

Copertina
Acqua & arte, evocazioni amniotiche di Giorgia Bernoni
La placenta dell’anima di Claudio Composti
Oceani elettronici di Fabrizio Plessi


Primo piano
Paolo Troilo, il corpo dell’arte di Maria Luisa Prete

Eventi & mostre
Biennale, com’è pop questa “kermesse” l’opinione di Philippe Daverio di Maurizio Zuccari
Padiglione Italia, se la quantità è verità di Maurizio Zuccari
Non solo Biennale, gli eventi collaterali di Nicoletta Zanella
Oltre Venezia, le mostre dell’estate di Silvia Novelli
Fuori laguna, gli eventi nel mondo di Simone Cosimi

Musei & gallerie
Maca, da Acri con smalto di Andrea Rodi
Centro Elsa Morante, la cultura in periferia di Camilla Mozzetti

Vernissage
Le inaugurazioni in Italia di Emma Martano

Indirizzi d’arte
Le esposizioni in Italia di Maria Luisa Prete

Foto
Gli scatti da non perdere di Giorgia Bernoni
Cortona “on the move”, giro del mondo con immagini di Deborah Allegranti
Alex Webb, una luminosa narrazione di Alessandra Vitale

Talenti
Luca Cervini, l’universo dei simboli di Giorgia Bernoni

Video
Masbedo, una scossa all’emozione di Claudia Quintieri

Unpòporno
Sesso, sangue, azione: la catarsi secondo Hermann Nitsch di Karlyn De Jongh e Sarah Gold

Personaggi
Valentina Moncada, la signora di via Margutta di Camilla Mozzetti

Mercato & mercanti
Aste, un giugno da Vedova di Elida Sergi
Andy Warhol, venti milioni per Jackie di Stefano Cosenz

Mipiacenonmipiace
Un’occasione mancata di Aldo Runfola

Formazione & lavoro
Laba, l’etica del creare di Mattia Marzo
Bologna, inventare il futuro di Alessia Cervio

Letture & fumetti
Premio Strega, A. A. A. letteratura cercasi intervista con Franco Cordelli di Maurizio Zuccari
Hugo Pratt, le avventure del mito di Checchino Antonini

Musica & visioni
Deus, vogliamo vedervi ballare di Simone Cosimi
Le favole adulte di Casola di Margherita Criscuolo
Bernardo Bertolucci, una carriera da Oscar di Claudia Catalli

L’opera benedetta
Ersel: Kan Yasuda, toccare il tempo di Benedetta Geronzi

Architettura
Ponte della musica, passaggi contemporanei di Silvia Ussia
Ied, la fabbrica dei sogni dalla Fiat al design di Ilaria Mele

Metropolis
“The first”, sui tetti di Roma da primi della classe di Sophie Cnapelynck

Design & designer
Cristiana Boccassini, un impatto drammatico di Giulio Spacca
Esercizi di stile di Chiara Perazzoli
Ettore Sottsass, sul Reno lo stile parla italiano di Francesca Castenetto
ARTICOLI DAGLI ALTRI NUMERI

Quattro cavalieri in cerca d’autore
Maurizio Zuccari
n. 92 dicembre 2012

Lunga vita alle pin up
Serena Savelli
n. 90 ottobre 2012

La modernità come distacco
Félix Duque
n. 89 settembre 2012

L'estate che verrà
Maria Luisa Prete
n. 88 luglio-agosto 2012

Cultura:un manifesto per ripartire
Maurizio Zuccari
n. 85 aprile 2012

Mastromatteo. Il paesaggio in superficie
Maria Luisa Prete
n. 83 febbraio 2012


Fabrizio Plessi, Mari verticali, 2011
Foto Manuela Giusto

Bill Viola, Oceano senza terra, 2007

EVOCAZIONI AMNIOTICHE
Presenza forte e ricorrente nel contemporaneo ,l’oro blu ispira la creatività di molti artisti

Di Giorgia Bernoni

Lo stato è come un secchio, il popolo come l’acqua: la natura di quest’ultima è di prendere la forma del secchio”. È sintetico e incisivo, di stampo autoritario, questo proverbio cinese che descrive l’acqua come un qualcosa di plasmabile, cedevole, remissivo. Non devono averla pensata così quei milioni d’italiani che recentemente hanno deciso per l’abrogazione della possibilità che il servizio idrico fosse affidato ai privati, ricordando a chi spesso fa finta di dimenticarlo che sono le persone a costituire uno stato e non viceversa. Il prezioso oro blu è tornato quindi a scuotere la nostra sonnacchiosa vita civile, ma se è stata un’eccezione nella pressoché immobile collettività, nel mondo del contemporaneo la sua presenza è invece la norma: un elemento talmente importante ed evocativo da catturare gli interessi delle tante menti fantasiose che con questo prezioso componente si sono misurate. Negli ultimi anni, complice forse una coscienza pseudoecologista che si è incuneata nel comune sentire, l’acqua ha conquistato palcoscenici prestigiosi fino a trovare un’importante cassa di risonanza proprio alla Biennale di Venezia dove in tanti, forse troppi, si sono confrontati con il vitale elemento venerato nelle culture di tutto il mondo. Rinascita, purificazione, movimento, trasparenza e fluidità: l’acqua racchiude tante simbologie e, anche se restringiamo il campo alle ultime decadi, nella ricerca artistica i nomi che hanno associato a lei il proprio estro sono numerosi. Da Piet Mondrian a Jackson Pollock, da Yves Klein a Pino Pascali, l’acqua ha attraversato i differenti media fino ad arrivare a trionfare in particolar modo nel video dove, aiutata dal dinamismo insito nei fotogrammi che messi in rapida sequenza simulano il movimento, si è potuta esprimere in tutta la sua forza. Tra i più famosi videoartisti c’è sicuramente lo statunitense Bill Viola che ha incentrato molti dei suoi lavori sulla potenza catartica dell’acqua, facendo assurgere l’elemento amniotico a protagonista dei suoi ipnotici “tableaux vivants”. Tra i videoartisti nostrani spicca il collettivo milanese Studio Azzurro, fondato da Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi, che con il lavoro Il fuoco, l’acqua, l’ombra si ispira all’opera di Tarkovskij e alle immagini della natura che spesso si ritrovano nei suoi film: è la scoperta del fantastico nel reale, degli aspetti infiniti del visibile, in cui l’acqua crea la tessitura dell’opera. In campo figurativo spazio ad Agostino Arrivabene il cui rigore formale delle tele viene ammorbidito dall’elemento acquatico rappresentato dal turchese, spesso presente nelle sue tavole. Ironico Francesco De Molfetta con le sue piccole installazioni, Pericolo e Moby Dick e il capitano, che giocano con l’aspetto più avventuroso legato alle ambientazioni marine. Chiudiamo questa parziale panoramica con l’opera di Morgana Orsetta Ghini, in arte Mog, dal titolo Acquasantiera: una scultura concava che raffigura il sacro recipiente evocando al contempo una vagina, tema ricorrente nella poetica dell’artista.

LA PLACENTA DELL’ANIMA
L’acqua come elemento sacro e vitale per la fertilità della conoscenza

Di Claudio Composti, cortesia dell’autore, estratto dal catalogo Acqua a cura della fondazione Pavullo nel Frignano

Elemento primordiale e “materno”, l’acqua ha “inondato” e reso fertile, metaforicamente, l’animo e la fantasia di scrittori, poeti, registi, marinai, sovrani, architetti e ingegneri. Artisti d’ogni epoca ne hanno ritratto le diverse simbologie: dal Battesimo di Gesù di Giotto al Narciso di Caravaggio, dalla Lavanda dei piedi di Tintoretto alle marine di Turner alla Grande onda di Hokusai, fino al video “Ocean without a shore” di Bill Viola, presentato all’edizione della Biennale di Venezia del 2007. Simbolo di vita e morte, di punizione e purificazione, di fecondazione e fertilità, o semplicemente via di comunicazione e di commercio, l’acqua è il liquido amniotico in cui si sviluppa il feto, è la pioggia che cade sui campi, è la fonte che disseta. L’acqua purifica il corpo da malattie, permette gli scambi ed i commerci che si svolgono sul mare, per il dominio dei quali si sono combattute guerre. In tutti questi aspetti, la simbologia dell’acqua ha alimentato miti e leggende, reso laghi e fiumi come luoghi sacri, spesso creduti abitati da figure magiche e mostruose. Dagli albori del genere umano, in ogni cultura è l’acqua che dà origine al mondo. È simbolo di purezza e di rinascita spirituale. Non a caso il battesimo (dal greco baptìzein = immergere, lavare) è l’emblema della purificazione dell’anima che corrisponde all’antico rito ebraico dell’immersione nel “mikvé”, una piscina d’acqua piovana in cui bisognava immergersi nudi per purificarsi dai peccati. Nella cultura indiana, l’acqua sacra è rappresentata dal Gange, il fiume celeste. Il potere del Gange nel liberare gli uomini dai peccati è tanto grande da poter cancellare anche le colpe peggiori che un uomo può aver commesso. Nell’I-Ching, invece, il primo dei testi classici cinesi, la pioggia è espressione del principio attivo celeste da cui tutte le manifestazioni cosmiche traggono la loro esistenza. Potere procreativo, di cui si trova conferma anche nelle tradizioni degli Aztechi, secondo cui la pioggia è il seme del dio Tlaloc, dio della pioggia e della fertilità. Arte e mito, dunque. E non solo. Filosofia e storia ne hanno fatto la protagonista di teorie e sanguinose guerre per il dominio dei mari. Si legge in Eraclito: “dalla terra nasce l’acqua, dall’acqua nasce l’anima”. Sui mari, nazioni si sono scontrate per motivi geopolitici e per avere il controllo di rotte commerciali: le guerre del XIX secolo determinarono con la battaglia di Trafalgar (1805) il dominio incontrastato sugli oceani della Royal navy inglese, fino al 1914, tanto che portò a dire: “L’Inghilterra governa le onde”. [...] Vandana Shiva, fisica indiana ecologista, una delle massime esperte mondiali in biotecnologie e geopolitica alimentare, nel suo libro Le guerre dell’acqua racconta come nel suo viaggio nella regione indiana del Rajasthan si sia trovata “di fronte a un conflitto tra due culture: quella che vede l’acqua come qualcosa di sacro, la cui equa distribuzione rappresenta un dovere per preservare la vita, e quella che la considera una merce e ritiene il suo possesso e commercio due fondamentali diritti d’impresa”. L’acqua potabile è un bene primario per la vita e una risorsa rinnovabile del nostro pianeta, ma non inesauribile. Tema delicatissimo, quanto mai attuale, non poteva non occuparsene anche architettura e ingegneria, per un consapevole e responsabile sfruttamento delle risorse. In Italia, troppo poche sono le industrie che riutilizzano le acque di scarico, continuando a prelevarne indiscriminatamente da pozzi sotterranei (privatizzati, ndr). Ciò permetterebbe un notevole risparmio sia energetico che economico. Nel 1995 Ismail Serageldin, vicepresidente della Banca mondiale, fece una previsione sulle guerre del futuro: «Se le guerre del XX secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del XXI avranno come oggetto del contendere l’acqua». L’emergenza acqua è dunque il principale problema da risolvere per lo sviluppo economico e sociale del XXI secolo. Negli ultimi decenni, ci sforziamo sempre più di riparare i danni provocati alla natura, derivanti da un arrogante sfruttamento senza freni prodotto negli ultimi secoli. Si è sviluppata un’inevitabile presa di coscienza del problema inquinamento, un mea culpa che spinge i paesi più ricchi e industrializzati a farsi carico di soluzioni alternative per la salvaguardia dell’ambiente. I rimedi sono ormai improrogabili e soluzioni tecniche devono essere trovate. Si cerca di far coesistere architettura e natura, industria ed energie pulite. Usiamo sempre più spesso parole come “eco-compatibilità”, “basso impatto ambientale”, “materiali alternativi” e “riciclabili”, neologismi che sono come un sedativo dell’anima. Salvaguardare la natura e in primis assicurarsi l’approvvigiona-mento d’acqua (potabile) è fondamentale. [...] Un detto tuareg afferma: “Dio ha creato i paesi ricchi di acqua perché gli uomini ci vivano, i deserti perché vi trovino la propria anima”. Che Dio non ci stia mettendo alla prova per farci ritrovare un’anima che abbiamo dimenticato o, forse, soltanto “sommerso”, nel buio più profondo della nostra coscienza?


L’artista
Elena Kalis e il suo universo subacqueo


Elena Kalis, l’artista che firma la copertina di questo numero, è nata a Mosca e ha vissuto per dieci anni in una piccola isola delle Bahamas con il marito e i suoi due figli. Anche se ha ricevuto un’educazione artistica, solo recentemente è nato il suo interesse per la fotografia. Negli ultimi anni sono nati i suoi progetti “Underwater photography” ai quali hanno preso parte gli amici e i figli. Alcune delle sue immagini sono state utilizzate per libri e cover per cd, e sono apparse su pubblicazioni sia “on line” che su carta stampata. L’acqua è un elemento vitale, sacro per molte culture, ideale per accogliere fantasie di ogni sorta, come quelle che emergono in molti dei suoi scatti. Vivere in un ecosistema che deve tutto al mare, ha probabilmente avuto una grossa influenza sul talento espressivo di questa fotografa che nell’acqua trova l’ambiente ideale per dare corpo ai suoi sogni fantastici, pieni di giovani esploratori dotati di energia ludica, poteri straordinari, poetica eleganza e soprattutto di un’immaginazione smisurata.

La mostra/1
Oltremare a Roma


Il mare in tutte le sue declinazioni. Sfumature e trasparenze catturate dall’obiettivo di Gloria Satta nel mondo: dalla Sicilia ai Caraibi, dal Mar Rosso alla Sardegna, dalle isole Pontine al Nordafrica. A commento delle immagini, le parole di scrittori e poeti, scienziati, cineasti, psicoanalisti, fotografi, critici, attori, artisti. È questo il tema della mostra fotografica di Gloria Satta Oltremare, immagini e parole introdotte da Giancarlo De Cataldo e raccolte nel catalogo della Maretti editore. La mostra è a cura di Marco Delogu e Massimo Di Forti. Dal 5 al 30 luglio, palazzo Corsini, via della Lungara 10, Roma.

La mostra/2
Armando Fettolini a Como


Il nuovo progetto promosso dalla Marsiglione arts gallery, vede la sinergia tra il direttore Salvatore Marsiglione e l’artista Armando Fettolini. La personale, dal titolo Si nasce dall’acqua, ha al centro della ricerca l’elemento acquatico, non solo come fondamento di vita e portatore di spiritualità ma anche in connessione al territorio, in particolare a quello del Lago di Como dal quale l’artista ha tratto ispirazione per questa serie di lavori. Dalle 30 opere esposte, ideate appositamente per l’evento, traspare una tecnica pittorica molto ricercata, materica e spessa che però non lascia spazio a sporcature, manifestando un’originale padronanza del segno e del colore. Fino al 30 luglio. Marsiglione arts gallery, via Vitani 31-33, Como.

La mostra/3
Mario Washington a Milano


L’acqua, insieme con le tante manifestazioni dei suoi stati fisici, è studiata e catturata dall’occhio attento di Mario Washington in un’esposizione di trenta fotografie all’acquario civico di Milano. Una mostra, dal titolo L’acqua della chimica, dove il composto, nelle sue infinite forme e conseguenze, è il tema per sperimentare prospettive semantiche insolite e per celebrare il rapporto tra l’acqua e la chimica. Per la prima volta le immagini vengono impresse con il metodo della stampa diretta a getto d’inchiostro uv su resina. Dal 7 luglio al 4 settembre, viale Gadio 2, Milano.

La mostra/4
La terza Venezia di Silvia Camporesi a Lugano


Silvia Camporesi, classe 1973, ha creato il suo nuovo lavoro La terza Venezia operando sia sul reale che sull’irreale. A febbraio ha soggiornato nella città lagunare dedicandosi a fissare vedute suggestive della città, poi ha proseguito con una serie di riprese fotografiche alla Venezia in miniatura di Rimini. La serie di fotografie esplora i luoghi attraverso il filtro dell’immaginazione, del sogno e delle leggende tramandate. Un’insolita visione della città prende forma, dove tutto è avvolto da mistero e bellezza attraverso immagini di attrazione e intensità. Nasce così una Venezia fantastica, per metà vera e per metà fatta di finzioni. Fino al 22 luglio. Galleria photographica fine art, via Cantonale 9, Lugano.


OCEANI ELETTRONICI
Dodici imbarcazioni per altrettanti mari del mondo, tecnologiche arche di Noè che vivono in perenne movimento

Di Fabrizio Plessi

Dodici gigantesche imbarcazioni di acciaio nero emergono verticali dall’oscurità e invadono l’intero spazio che le accoglie. Dodici mari del mondo, racchiusi ognuno nella propria chiglia scura, si agitano fragorosamente ai nostri piedi. Dodici sonori evocativi di risacche e onde lontane si mescolano e si intersecano nella diafana spazialità dell’ambiente circostante. Un grandioso ed emozionante concerto d’acqua vive in perenne movimento e in continua fluida mutazione. L’antico artigianato sapiente dell’uomo e la più avanzata tecnologia finalmente convivono in una perfetta simbiosi tra passato e futuro. L’energia dell’acqua, come tema dominante e trainante che bagna, lava e purifica tutte le secche del nostro inevitabile quotidiano.Tutto è dunque pronto per salpare su queste nuove elettroniche arche di Noè innalzate al cielo per noi: increduli e stupefatti aborigeni digitali del nostro tempo. Il mio lavoro è quello di uno strano e atipico alchimista che cerca di far convivere, come vasi comunicanti, gli elementi opachi e poveri del naturale con quelli dell’artificiale. L’acqua diventa ora elettronica, grazie alla magia delle nuove tecnologie, continuerà a scorrere ai nostri piedi per l’eternità, luminescente e viva, capace di rapirci e stupirci come l’acqua seicentesca delle fontane romane. Dunque il miracolo dell’arte si continua a ripetere come un instancabile “replay” della storia. L’artista è come un animale con lunghe antenne: esse tracciano nell’aria, come sismografi, gli umori e le tensioni epocali anticipando quel segreto bisogno di bellezza e di pace che, seppur in maniera diversa, inconsapevolmente noi tutti sentiamo.

In esposizione alla Biennale
Fabrizio Plessi, nato a Reggio Emilia nel 1940, fin dagli anni Settanta opera come scultore della “videotecnologia” lavorando sul rapporto tra tecnica e natura. L’opera Mari verticali, presentata al padiglione Venezia, offre una nuova visione della flotta digitale: imbarcazioni in acciaio nero emergono dall’oscurità mentre sui video schermi delle chiglie sono evocati suoni, correnti e flutti dei mari del mondo.