Transformation - Workshop
Meschac Gaba
Firenze, Palazzo Vivarelli Colonna - Salone degli Specchi, 4-8 marzo 2003
Si dovrebbero raccogliere vestiti da bambino/a e oltre a questi anche guanti, calzini, biancheria intima, costumi da bagno, reggiseni. I vestiti da bambino saranno usati per essere trasformati in abiti da adulto durante il workshop. Cio' dara' al laboratorio altre direzioni... Sarebbe bene cominciare a raccogliere i vestiti fin da ora, contattare gente in citta' che possa donare abiti di seconda mano per questo progetto.
Dovremo trovare uno spazio per la sfilata di moda e se a questo si potranno aggiungere musica di Fela Kuti e luci da passerella sara' grande. Il titolo del workshop e della sfilata e' 'Transformation': sto pensando di invitare un gruppo di persone 'anziane' (sui sessant'anni) come modelli!
Meschac Gaba
Biografia
Meschac Gaba
(Nato nel 1961, in Benin. Vive e lavora ad Amsterdam)
Originario del Benin (Cotonou 1961) e dal '95 residente ad Amsterdam, dove attualmente vive e lavora, Meschac Gaba e' noto internazionalmente per aver partecipato all'ultima edizione di Documenta e per aver esposto in musei come il Palais de Tokyo di Parigi, il Witte de With di Rotterdam, lo S.M.A.K. di Gent, lo Stedelijk di Amsterdam, il Fine Arts Museum di Taipei, la Voncouver Art Gallery, il Bildmuseet di Umea.
Impegnato nella ridefinizione critica dei nuovi rapporti tra potere economico, flussi migratori e culture locali, la figura di Meschac Gaba si e' imposta all'attenzione della critica e del pubblico per una sola, unica, grande opera: un progetto ambizioso, frammentato e complesso, articolato nel tempo e concepito attraverso stadi successivi e strategie diverse di intervento.
Se Marcel Broodthaers portava a conclusione nel 1975 il suo Muse'e d'Art Moderne, nel 1997 veniva inaugurata presso la Rijksakademie di Amsterdam la prima sezione (Salle Esquisse o Draft Room) del Museum of Contemporary African Art da parte di Meschac Gaba, nelle vesti di fantomatico direttore istituzionale ed autore in via d'affermazione. Altre sezioni avrebbero poi fatto seguito, in tempi diversi e in numerosi musei e gallerie europee: Museum Architecture, Game Room, Wedding Room, Museum Shop, Museum Restaurant, Summer Collection, Music Room, Museum Library, Humastic Space.
Un museo processuale ed evolutivo che nell'arco di sei anni avrebbe costretto il suo autore a mutare continuamente ruolo e funzione, proponendo la figura dell'artista - di volta in volta - come imprenditore, collezionista, maestro di cerimonie, cuoco, fashion designer, bibliotecario e musicista sopra una piattaforma nomade, uno spazio virtuale e reale allo stesso tempo, che variando locazione avrebbe cambiato funzione e identita' o pur riproponendo invariata una stessa sezione, l'avrebbe presentata sempre alterata: mai - in sostanza - la stessa. Un museo senza pareti, intermittente e flessibile, in grado di migrare da un luogo ad un altro: tanto un modello utopistico quanto un progetto di critica culturale e sociale.
Ma quello che Meschac Gaba mette in scena entro ogni sezione del dispositivo museale non e' altro che la propria autobiografia presentata, come all'interno di un diorama contemporaneo, in contesti living, spazi di aggregazione pubblica, luoghi a funzione relazionale. Un'amplificazione coerente del modello dei naturalia raccolti nei musei etnografici o nei cabinet de curiosite' del passato ma, allo stesso tempo, una critica radicale al potere della cultura occidentale. Perche' l'esistenza che Gaba presenta mina ogni cliche' d'esotismo, di presunto e alternativo primitivismo, non rivendica nessuna origine mitica d'appartenenza, ma elabora una serie di pratiche d'adattamento, tattiche d'appropriazione frammentarie, ordinarie e mimetiche che non possono avere altro sfondo se non quello egemonico dell''altro', dell'Occidente. Quello a cui si da' forma e', in sostanza, uno spazio intermedio, un terreno contingente su cui - e solo su cui - e' possibile costruire un'alternativa teorica e sociale all'ordine politico globale.
INCROCI
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