Il potere del taglio

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Indice :

1 La sfida!

2 L'omino che trasporta il rettangolo bianco

3 Lulu/Valentina studentessa in Giappone

4 La maschera

5 Senza titolo (non voglio "soccombere" alla tentazione di usare la frase presente nell'immagine come titolo)

6 La vestizione dei sub-eroi sotto gli occhi delle donne

7 A passeggio nel parco?

8 Dall'alba al tramonto

9 La donna del mistero

10 Il potere del taglio

11 Rifrazioni

12 Le latenze del bianco

13 Il cuore sospeso nell'ombra

14 Da lì qualcuno ci guarda

15 Con titolo

16 Il cielo è azzurro dappertutto!

17 Teatro e pittura, digitale

18 Oldernet

19 Ciò che l'immagine non dice

20 Un lago in "attesa"

21 L'incidente

22 Body-Landscape Art

23 La paura ha un volto (o una maschera)

24 POP-UP

25 Maschere

26 La famiglia

27 Figli dell'iperrealismo

28 Capitani coraggiosi

29 Rettangoli di prato

30 I luoghi della varietà o discorso sul kitsch

31 Fotodinamismi

32 Supponiamo che sia vero, dopo tutto? E allora?

33 L'ambiguità del confine

34 Diruptio






L'autore di questa fotografia è la stessa persona che me l'ha mandata. Mi ha scritto che si tratta di uno scatto (rielaborato), fatto alla fermata di una metropolitana, che fa parte di una serie di fotografie che ritraggono paesaggi urbani. Mi ha dato un po' troppe informazioni considerando che avrebbe dovuto sfidarmi. Tuttavia ho saputo solo cose che sono chiaramente da ciò che vedo. C'è ancora molto da dire su questa immagine.

La richiesta del suo autore sembra essere: "perché se il soggetto è chiaramente evidente e gli elementi ritratti sono così pochi, l'immagine sembra comunicare molto di più di quello che mostra?".

Si tratta di un paesaggio, anche se scarno, ma comunque di un paesaggio: un immagine nella quale il soggetto principale è un luogo.

Il ritratto del paesaggio ha cominciato ad emanciparsi dagli altri generi pittorici all'inizio del Seicento ed ha conosciuto una rapida evoluzione rispetto agli altri generi, tanto che nel corso del Settecento e dell'Ottocento, è nel paesaggio che sono avvenuti i grandi scarti evolutivi della pittura.

Racconto questo perché già nella prima metà dell'Ottocento, proprio quando cominciava a svilupparsi la prima fotografia, alcuni pittori europei, italiani o stranieri giunti in Italia nel corso del loro Grand Tour, compresero che l'osservazione dal vivo del paesaggio offriva troppe informazioni e troppe emozioni insieme perché potessero essere ritratte in un unica immagine. Lo compresero in Italia perché il paesaggio italiano offriva vedute di porzioni di natura con rovine, vedute da portici ad arco o a colonne; inoltre anche i paesaggi urbani, architettonici, italiani si sono sviluppati, dal Rinascimento in poi, costruendo prospettive regolari di edifici che inquadravano paesaggi naturali.

Ritrarre il paesaggio attraverso un porticato, attraverso l'arco di un acquedotto romano, attraverso la finestra di un edificio rinascimentale o barocco, voleva dire per i pittori dell'Ottocento limitare il campo visivo, riducendo il numero infinito di informazioni ed emozioni che il paesaggio poteva offrire, per dipingere un'immagine in grado di comunicare.

La fotografia degli albori ha inizialmente imitato la pittura di paesaggio, offrendo vedute limitate da quinte naturali o artificiali, poi, nel corso del tempo l'inquadratura stessa è diventata per la fotografia di paesaggio lo strumento principale per limitare il campo visivo.

Il taglio quadrangolare del campo visivo, è la vera forza delle immagini che ritraggono soprattutto un paesaggio, un luogo. Isolare un particolare dal suo vasto contesto significa sì concentrare l'attenzione dell'osservatore su quel dettaglio, ma anche - e questo è la cosa che spesso si sottovaluta - stimolare i ricordi, il pensiero e la fantasia dell'osservatore. Questo perché , in mancanza di un contesto, l'osservatore di una fotografia, riempie il vuoto lasciato dalla limitazione dell'inquadratura con un proprio contesto (preso dai propri ricordi, dalla propria fantasia, dalla propria immaginazione).

In sostanza più si riduce il campo visivo, più si stimola il pensiero del destinatario delle immagini.

Nell'immagine qui presentata appaiono evidenti alcun particolari: come la striscia gialla del banchine della metropolitana da non oltrepassare al sopraggiungere dei treni, si riconoscono le bande a rilievo che hanno la stessa funzione per i ciechi, e si riconosce anche il linoleum a cerchietti anti scivolo tipico delle pavimentazioni delle stazioni della metropolitana. Oltre al fatto di osservare l'immagine di un particolare di una stazione della metropolitana, però, non sappiamo molto: non conosciamo la città, non conosciamo quale stazione specifica sia ritratta. Diciamolo, non conosciamo nulla di questa immagine.

Ma se fosse ritratto solo un dettaglio del pavimento, la fotografia non desterebbe curiosità; su quel pavimento è presente anche una scia di un materiale polverizzato, che presumo sia segatura. L'autore ne ha alterato la colorazione per creare un effetto di combinazione con il giallo della striscia sulla banchina: due gialli che si incrociano uno regolare ed uno irregolare.

La presenza di questa segatura mi da la possibilità di notare la sporcizia oleosa presente sulla banchina… allora penso: "chissà che la segatura non sia stata messa per evitare che le persone possano scivolare"; e ancora penso: "è una scia fatta prima che la segatura venga espansa sul resto della macchia d'olio"; poi ancora rifletto: ma come è possibile questa enorme macchia d'olio (semmai è olio!) sulla banchina?"… "certo che le stazioni del metropolitana sono proprio sporche!" e poi seguo la scia e noto "guarda come la scia si interrompe in alto a destra dove c'è il pilastro e continua al di là del pilastro" e la mia fantasia costruisce la curiosa immagine di un pilastro che viene applicato sopra la scia di segatura (che in realtà era continua)… e ancora… e ancora… mi vengono alla mente altri pensieri, per esempio l'alterazione del colore della segatura mi fa a questo punto venire in mente una scia di formaggio, che associo ai ratti, presenti in massa nelle nostre città e che a loro volta associo proprio alla sporcizia.

In men che non si dica mi accorgo che l'immagine, pur mostrando poco, ha stimolato il mio pensiero e la mia fantasia. tutto grazie alla scelta del soggetto e, soprattutto, dell'inquadratura, cioè del taglio.


INVITO
Tutti gli utenti sono invitati a partecipare inviando un'immagine. Qui le indicazioni per partecipare alla Sfida: http://www.undo.net/it/my/gdev/124/251