
Si tratta indubbiamente di una elaborazione digitale in cui (probabilmente quattro) immagini diverse si sovrappongono e si fondono insieme.
Si nota un primo piano composto di righe verticali bianche, dai contorni molto sfumati.
Un secondo piano, visibile solo nella parte bassa, in cui è rappresentato un ambiente chiuso. Di questo si riconosce abbastanza chiaramente solo una porta dalla trabeazione barocca nell'angolo inferiore destro. Il resto è tutto piuttosto confuso: forse una seduta lignea - tipo grossa panchina - lungo tutta la parte bassa; sopra di questa un pannello scuro - forse un quadro - nel quale si perde il tramonto del piano di fondo; una zona scura sulla sinistra, all'interno della quale si intravede una parte di cartello che mi sembra sia quello che nella segnaletica di direzione è bianco su verde e indica l'uscita. (Si tratta dunque di un luogo pubblico? Di un corridoio di passaggio da una porta ad un'altra?). Questo ambiente è "sfondato" con una sfumatura che nella parte superiore da spazio ad una paesaggio aperto.
Un grande insieme di palloncini gonfiabili che hanno i colori della bandiera italiana e che occupano il centro dell'immagine. (Non posso sapere se facciano parte dell'immagine di fondo con le gru ed il tramonto; ad una visione ravvicinata il profilo di questi palloni mi sembra tanto sfumato da lasciarmi credere che siano ritagliati da un'altra immagine ed incollati qui).
Un bellissimo tramonto, che colora anche le nubi con sfumature che vanno dall'arancione, al rosa, al viola, su un mare lievemente increspato che va oscurandosi per il sopraggiungere della notte (invece magari è rappresentata l'alba, ma il tono malinconico dell'immagine mi fa pensare al tramonto a cui tra l'altro mi induce anche il fatto che questo è statisticamente più rappresentato dell'inizio del giorno).
Infine ci sono le gru. L'autore del fotomontaggio ha abilmente nascosto la base su cui poggiano, sicché, pur se credo facciano parte dell'immagine col tramonto/alba (poiché attraverso le griglie metalliche di cui sono composte è visibile la stessa sfumatura del cielo che le circonda), il dubbio che possano far parte di un'altra fotografia, che nella sovrapposizione possa precede il fondo, mi viene. Il buon senso mi direbbe che un tramonto sul mare, che valga la pena di essere rappresentato, difficilmente sarebbe fotografato attraverso delle macchine industriali. Tuttavia è proprio questo contrasto a stimolare la malinconia della foto.
Dunque che l'autore abbia fotografato un tramonto al mare con gru, è possibile!
Vi è una sorta di manifesto nascosto tra le "pieghe" delle linee verticali, appena a sinistra della parte bassa della gru centrale. Le parti scure di questo foglio, comprese le scritte, sono state cancellate; attraverso di esse si osserva il paesaggio sullo sfondo. Non so perché l'autore ve l'abbia nascosto, ma è suggestivo che vi si riconosca una sfera, che viene a trovarsi tra mare e cielo, proprio lì dove solitamente viene osservato il sole al tramonto nel mare.
Fin qui ho descritto i molteplici particolari dell'immagine, considerandola come la fusione di diverse immagini. Non so, però, se sia l'operazione più giusta da fare. Presentatami in questa "veste", dovrei forse considerarla come un'immagine unica e tentare di sottolineare quei particolari che (pur provenendo da fotografie differenti) possono dialogare tra di loro e suggerire al lettore un possibile significato per questo strano fotomontaggio.
Cominciamo dalle strisce verticali. Ad un primo sguardo (superficiale), fanno venire in mente delle stalattiti e delle stalagmiti di ghiaccio. Tuttavia nella parte superiore dell'immagine le strisce sembrano essere attaccate ad una sorta di ponte sospeso. Questo "ponte", unito ad una parte obliqua sulla sinistra, funge da arcoscenio (teatrale) al paesaggio sullo sfondo. Il riferimento alle stalattiti scompare e le strisce verticali - unite alle strane decorazioni del "ponte" - si tramutano in festoni e pendenti barocchi. Barocca è anche la decorazione della porta nell'angolo destro in secondo piano.
Nel corso del Seicento (età barocca), il genere pittorico del paesaggio ha riscosso un successo collezionistico sempre maggiore, emancipandosi proprio dalla scenografia teatrale. Molti pittori di paesaggio Romani, Veneziani ed Emiliani erano anche scenografi e, spesso, nei loro dipinti si incontravano riferimenti al teatro. I paesaggi pittorici non erano mai presentato su un unico piano: presentavano sempre (e ribadisco sempre) un primo piano che fungeva da "palco" (spesso con attori), rovine oppure alberi che fungevano da "quinte" e il resto del paesaggio appariva sullo sfondo come in un "fondale" teatrale. Alcune volte accadeva che addirittura archi romani, grotte o pergolati creassero dei veri e propri arcosceni.
Non so se consciamente o inconsciamente, ma l'autore del nostro fotomontaggio ha ricreato in questa immagine un impianto paesaggistico barocco. Vi è un arcoscenico, da cui pende un filtro/sipario, vi è un palco (l'ambiente chiuso in secondo piano), vi è un fondale.
Sul significato del paesaggio (e dei palloni gonfiabili al centro) lascio al lettore l'interpretazione. Vorrei solo, in ultimo, far notare quanto la possibilità di "manipolare" le immagini al computer renda la fotografia digitale una "esperienza" più vicina alla pittura che non alla fotografia analogica.
Marco Izzolino
INVITO
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