POP-UP

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Indice :

1 La sfida!

2 L'omino che trasporta il rettangolo bianco

3 Lulu/Valentina studentessa in Giappone

4 La maschera

5 Senza titolo (non voglio "soccombere" alla tentazione di usare la frase presente nell'immagine come titolo)

6 La vestizione dei sub-eroi sotto gli occhi delle donne

7 A passeggio nel parco?

8 Dall'alba al tramonto

9 La donna del mistero

10 Il potere del taglio

11 Rifrazioni

12 Le latenze del bianco

13 Il cuore sospeso nell'ombra

14 Da lì qualcuno ci guarda

15 Con titolo

16 Il cielo è azzurro dappertutto!

17 Teatro e pittura, digitale

18 Oldernet

19 Ciò che l'immagine non dice

20 Un lago in "attesa"

21 L'incidente

22 Body-Landscape Art

23 La paura ha un volto (o una maschera)

24 POP-UP

25 Maschere

26 La famiglia

27 Figli dell'iperrealismo

28 Capitani coraggiosi

29 Rettangoli di prato

30 I luoghi della varietà o discorso sul kitsch

31 Fotodinamismi

32 Supponiamo che sia vero, dopo tutto? E allora?

33 L'ambiguità del confine

34 Diruptio






Come ormai di consueto, non voglio entrare nel merito del significato che l'autore ha voluto esprimere con questa immagine; mi limiterò soltanto a descrivere quelli che sono stati i modelli di rappresentazione visiva da lui utilizzati, affinché ciascuno possa interpretarla autonomamente.

Si tratta di un ritratto pittorico tratto da una celebre fotografia - rintracciabile un po' dovunque su internet - del profilo del volto di Marcel Duchamp.

Le gradazioni del bianco e nero sono state scomposte in pochi livelli di colore; i principali livelli (escludiamo il colore rosso per il momento) sono cinque: il verde del fondo, il beige delle zone di luce, due grigi diversi per i mezzi toni e il nero per le aree in ombra.

La scomposizione della pittura in livelli di colore si è affermata grazie alla Pop Art americana negli anni Sessanta.

Nel corso di quel decennio la fotografia a colori di massa muoveva i suoi primi passi, tuttavia le immagini a colori erano armai largamente diffuse grazie alle più moderne tecniche di stampa e alla capacità di enorme distribuzione dell'editoria.

Gli artisti Pop cominciarono così a guardare alla "stampa" come ambito da cui attingere nuovi modelli e nuove iconografie di rappresentazione visiva.

Le immagini pubblicitarie - "il grande veicolo" dell'industria -, ma anche il fumetto e le riviste spingevano quegli artisti a considerare come "rappresentabili" soggetti mai prima presi in considerazione dal mondo dell'arte: oggetti di uso quotidiano, prodotti commerciali largamente diffusi, ritratti di personaggi celebri, reali o nati dalla fantasia di un fumettista o un cartoonist.

Questi nuovi soggetti sarebbero apparsi facilmente riconoscibili e comprensibili al grande pubblico; sicché la loro immagine abituale avrebbe rappresentato il "grado zero" di una possibilità espressiva che gli artisti avrebbero esercitato forzando e alterando tale immagine abituale.

Partendo così dalle immagini abituali, gli artisti Pop cominciarono a riprodurre (manualmente) le tecniche di riproduzione delle immagini a stampa (seriale) in quadricromia. Le immagini colorate a stampa erano il frutto di una sovrapposizione di quattro livelli di colore.

La scomposizione in livelli ovviamente semplificava il processo di colorazione dei pittori, ma questa semplificazione costruiva una forma di (ulteriore) digitalizzazione dell'immagine che la rendeva più adatta ad essere memorizzata (meno dati ci sono da ricordare, più e facile ricordarli!).

Ma che ha a che fare Duchamp con le scoperte degli artisti Pop?

Se Duchamp non si fosse trasferito in America e le sue idee non fossero circolate negli ambienti artistici americani difficilmente sarebbe nata la Pop Art negli USA.

A Duchamp si deve (tra le altre cose) la scoperta dell'importanza della divulgazione delle immagini attraverso la fotografia e la stampa: se una immagine diventa familiare per una grande quantità di persone questa può diventare la "base" per ulteriori trasformazioni e/o discorsi su di essa. Si pensi ad esempio alle sue varie versioni della Gioconda di Leonardo!

Sempre a lui si deve la scoperta delle possibilità espressive degli oggetti (diffusi) di uso quotidiano. Il ready-made, la cui invenzione è riconducibile a lui, è un comune manufatto di uso quotidiano che assurge ad opera d'arte una volta prelevato dall'artista e posto così com'è, o con alcune alterazioni, in una situazione diversa da quella del suo normale utilizzo. Il valore aggiunto dall'artista è l'operazione di selezione, o di individuazione (anche casuale), di acquisizione e di posizionamento dell'oggetto.

Perché Duchamp è rappresentato nella nostra immagine con dei piercing?
Perché nel momento in cui l'artista francese decontestualizzò un urinatorio dal suo luogo abituale o quando "mise insieme" indissolubilmente uno sgabello ed una ruota di bicicletta (dando forma un oggetto che prima non esisteva) aprì un varco nuovo nelle possibilità espressive degli artisti, che, da quel momento in poi, poterono fare ricerca su nuovi supporti mai prima considerati: si cominciò dagli oggetti quotidiani, ma si continuò sul corpo stesso degli artisti (con la body art), dal momento che l'azione esercitata dall'artista (attraverso il proprio corpo)diveniva il valore aggiunto dell'arte.

Il piercing non è altro che l'effetto estetico di massa di una serie di esperimenti espressivi esercitati inizialmente dagli artisti "attraverso il" o "sul" proprio corpo.

PS. il colore rosso presente nel ritratto qui pubblicato, predomina nelle zone nere, dove è dipinto in linee parallele poste a distanza (quasi) uniforme. Si crea un contrasto tra il valore figurativo dell'immagine complessiva ed il valore decorativo dell'area d'ombra, che sembra voler suggerire l'idea che il ritratto di Duchamp emerga da un area in cui il colore è applicato (come decorazione) ad un "oggetto".

Marco Izzolino


INVITO
Tutti gli utenti sono invitati a partecipare inviando un'immagine. Qui le indicazioni per partecipare alla Sfida: http://www.undo.net/it/my/gdev/124/251