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Indice :

1 La sfida!

2 L'omino che trasporta il rettangolo bianco

3 Lulu/Valentina studentessa in Giappone

4 La maschera

5 Senza titolo (non voglio "soccombere" alla tentazione di usare la frase presente nell'immagine come titolo)

6 La vestizione dei sub-eroi sotto gli occhi delle donne

7 A passeggio nel parco?

8 Dall'alba al tramonto

9 La donna del mistero

10 Il potere del taglio

11 Rifrazioni

12 Le latenze del bianco

13 Il cuore sospeso nell'ombra

14 Da lì qualcuno ci guarda

15 Con titolo

16 Il cielo è azzurro dappertutto!

17 Teatro e pittura, digitale

18 Oldernet

19 Ciò che l'immagine non dice

20 Un lago in "attesa"

21 L'incidente

22 Body-Landscape Art

23 La paura ha un volto (o una maschera)

24 POP-UP

25 Maschere

26 La famiglia

27 Figli dell'iperrealismo

28 Capitani coraggiosi

29 Rettangoli di prato

30 I luoghi della varietà o discorso sul kitsch

31 Fotodinamismi

32 Supponiamo che sia vero, dopo tutto? E allora?

33 L'ambiguità del confine

34 Diruptio






Questa immagine è composta di soli due elementi figurativi che si riferiscono a soggetti consueti (un pianeta, una rete), che hanno una simbologia molto antica. Il pianeta in sé potrebbe avere molteplici riferimenti e di conseguenza significati, ma il titolo – che ricordiamolo, è spesso parte dell’immagine – chiarisce che si tratta della luna. L’impianto generale, pur se composto di elementi figurativi, si manifesta con una plastica astratta, che crea movimento in una immagine altrimenti statica, e che gli aggiunge ulteriore significato.

La rete, che occupa tutta la superficie dell’immagine, è uno di quei soggetti che hanno una simbologia molto antica. Va ricordato che:

1) tutti graffiti romani negli intonaci di Pompei (ad esempio la famosa nave Europa o l'uccello e le barche dell'apoditerio femminile delle terme stabiane) erano realizzati con un disegno a rete;

2) la rete da pesca fu uno dei simboli paleocristiani per rappresentare la Chiesa; come è narrato nel Vangelo di Giovanni, dopo la morte di Gesù la cristianità rimase unita, nonostante l'ampliarsi, grazie all'azione di Pietro che era come il “raccolto di una pesca”; la sua rete non si lacerava a somiglianza della tunica di Gesù, che fu conservata intera dai soldati, senza strappi o lacerazioni; tra i graffiti romani apparvero i primi segni della cristianità;

3) La rete appare nell'iconografia dell'inganno fissata in una incisione della più diffusa raccolta di immagini di allegorie del Seicento e Settecento, la "Iconologia" di Cesare Ripa (prima edizione del 1593);

4) ma forse la più sorprendente rappresentazione di una rete l'abbiamo nella Cappella Sansevero di Napoli, la cappella/mausoleo che l'intellettuale Raimondo De Sangro progetto alla metà del Settecento per i propri defunti; nel gruppo scultoreo "Il disinganno", realizzato da Francesco Queirolo nel 1754, de Sangro volle far rappresentare la conversione religiosa di un antenato, riuscito a liberarsi dalle maglie del peccato; come tutta la decorazione della cappella, però, anche la rete del Queirolo si carica si molteplici significati secondari che avevano a che fare con la necessità (che comincia ad imporsi nel corso dell'Illuminismo) di liberarsi dai dogmi imposti dalla Chiesa - la rete - per giungere attraverso la scienza alla conoscenza. (E' curioso il fatto che Raimondo de Sangro avesse curato nella propria tipografia una riedizione settecentesca dell'Iconologia del Ripa).

L'evoluzione del significato della rete è dunque legato indissolubilmente (nel bene e nel male) all'evoluzione della Cristianità, che ha allargato le sue "maglie" nella cultura occidentale, plasmandola. Oggi, che la cultura cristiana non incide più sui progressi della scienza, l’immagine della rete si è spostata verso una nuova simbologia che ha a che fare con le connessioni comunicative tra gli individui, grazie all'uso del computer e di internet. Quest’ultima però costituisce più un’estensione della rete neurale umana (che serve a trasferire informazioni), che una traslazione della rete da pesca (che serve a “catturare” individui).

Anche la Luna, che nell’immagine qui proposta si trova esattamente al centro, è uno tra i simboli più antichi dell'umanità. La sua qualità fondamentale è sempre stata la ricettività, poiché, in quanto pianeta satellite, attrae su di se - per rifletterla - la luce del sole, e, inoltre, ha la capacità di attrarre le acque del mare, creando le maree. Per proprietà transitiva, dunque, in molte culture ha rappresentato l'archetipo femminile materno per eccellenza.

(Curioso che la relazione tra la rete - da pesca - e la Luna trovi spazio in un’antica credenza popolare tramandata dai pescatori: bisogna gettare le reti soprattutto nelle notti di Luna piena perché la sua luce attira i pesci in superficie.)

L’autore/autrice della nostra immagine ha alterato l’iconografia tradizionale della Luna - che dal passato è giunta fino ai giorni nostri - che l’ha vista e la vede sempre rappresentata a forma di falce, per poterla distinguere dagli altri pianeti (che hanno una significato diverso). Tuttavia, questa Luna mostra tutta la sua capacità ricettiva, attraendo verso di se la rete.

La forza attrattiva del satellite terrestre disegna un terzo simbolo sull’immagine generale, che è forse il più antico dei tre: una spirale. L’apparizione di questo simbolo è così antica nella storia dell’umanità (Paleolitico) ed è stato rappresentato in così tante culture diverse, che non basterebbero 10 pagine per esaurire i suoi possibili significati (tra l’altro tantissime sono le varianti della spirale: oraria, antioraria, doppi, triskele, della vita ecc.). In linee generali possiamo dire che rappresenti (cultura celtica) espansione, crescita e sviluppo: è una progressione circolare, ciclica, nella quale, quando si ritorna al punto di partenza si ricomincia il ciclo in una nuova forma che è il risultato dei cicli precedenti (un bruco che muore e una farfalla che nasce; un girino che muore e una rana che nasce, ecc.).

La rete, la Luna, la spirale.
Tre simboli di origine antichissima messi insieme in una immagine coerente. La rete ricopre tutta la superficie dell’immagine, la luna che l’attrae e la spirale che si crea nel vortice attrattivo.

Vi è infine un ultimo elemento, non rappresentato apertamente, ma presente, che vorrei che gli utenti considerassero in questa immagine: la notte. Anche se la rete è il soggetto più appariscente, è la notte, l’oscurità, che avvolge tutta l’immagine.

La profondità, il mistero, la grandezza infinita della notte rende tutto possibile:

è possibile fuggire da una rete impenetrabile;

è possibile lasciarsi trascinare dal potere dell’attrazione;

è possibile trasformarsi, preparandosi a nascere – dal sorgere del sole – in modo nuovo e diverso…


Marco Izzolino


INVITO
Tutti gli utenti sono invitati a partecipare inviando un'immagine. Qui le indicazioni per partecipare alla Sfida: http://www.undo.net/it/my/gdev/124/251